Generatore di note bitonali

Autori: Pepe Pasqualino & Salimbene Giuseppe

Classe: 3ª Sez.: A Corso: Operatore Elettronico delle Industrie; A.S.: 1998/1999

Data di collaudo: 30/04/1999

Data consegna lavoro completo di contenitore: 08/05/1999

Data di consegna relazione: 14/05/1999

Breve introduzione sul lavoro svolto:

Lo scopo di questo circuito è di approfondire le nostre conoscenze sull’elemento principale del circuito che è l’I.C. 555 ovvero un temporizzatore che è un componente molto versatile che trova applicazione in vari campi dell’elettronica e inoltre per approfondire lo studio dei circuiti stampati con la tecnica dei trasferibili e per esercitarci nelle saldature.

Schema elettrico del circuito:

Schema interno del 555:

I timer 555 e 556 sono circuiti integrati in grado di generare onde quadre oppure segnali di durata stabilita. I timer consentono inoltre di generare segnali di frequenza elevata, del quale è possibile variare agevolmente il duty-cycle e la loro semplicità e immediatezza d’uso li fanno preferire agli A.O.

Caratteristiche principali del 555:

  1. Massima frequenza di lavoro circa 500 KHz nella configurazione astabile.
  2. È possibile regolare il duty-cycle.
  3. La temporizzazione è molto flessibile da qualche m S ad alcune ore.
  4. Massima corrente in uscita fino a 200 mA.

Di temporizzatori ne esistono due versioni, l’NE e l’SE essi differiscono l’uno dall’altro per l’intervallo di temperatura che esiste fra di loro, infatti, l’NE può lavorare a temperature comprese tra 0 e 70 °C mentre l’SE può lavorare tra –55 a 120 °C. Oltre al 555 esiste in commercio il 556 che è un solo integrato contenente due temporizzatori, il contenitore è un comune contenitore a 16 pin (DIP) che sarebbe stato l’ideale per la nostra esercitazione nel caso in cui il lavoro non fossero stati separati in due pezzi.

Nello schema in fig.2 come di può ben vedere al primo stadio sono presenti: i tre resistori di 5 KW dai quali prende il nome di 555, hanno il compito di ripartire la tensione presente ai morsetti n.1 e n.8; al secondo stadio troviamo due A.O. i quali sono configurati come comparatori, l’uscita di questi ultimi si riporta agli ingressi del FF-SR, il quale ci darà all’uscita Q’ un livello alto o un livello basso a seconda delle uscite dei comparatori. Il terzo stadio comprende un transistor NPN e un buffer invertente, nell’NE 555 il morsetto 2 denominato trigger, nella configurazione monostabile, viene utilizzato come ingresso altrimenti viene collegato al morsetto 6, il morsetto 7 denominato discharge è il collettore del transistor al quale va collegata una resistenza di opportuno valore, il morsetto 5 control voltage nel caso dei multivibratori si collega a massa mediante un condensatore anti-disturbo il morsetto 4 che è il reset serve a resettare il dispositivo. A questo punto dopo aver fatto una panoramica sul componente del nostro circuito possiamo passare alla seconda parte della relazione che è la parte che consiste nel descrivere il lavoro svolto.

 

Relazione sul lavoro svolto

l circuito in esame (fig.1) genera una nota bitonale che si può utilizzare come segnale sonoro il compito dei due integrati è di modificare la velocità di cambio e di generare le frequenze bitonali a questo punto entreranno in gioco resistori e condensatori e più precisamente: R4,R5 per variare la nota e i condensatori C1 e C2 per variare la frequenza di cambio.

A questo punto dopo aver preso visione del circuito in fig.1 ci siamo messi al lavoro per studiare il circuito stampato sul raster che è un formato di carta con passo predeterminato di un decimo di pollice (2,54 mm) dove tre quadratini corrispondono alla distanza tra le file di pin di integrati con contenitore DIP ed un quadratino corrisponde alla distanza tra due pin della stessa linea. Dopo aver sviluppato il circuito lo abbiamo trasferito, mediante trasferibili, su una basetta dalle dimensioni di circa 4x4cm.

Dopo aver fatto questo siamo passati alla corrosione del rame superfluo che è durata circa 20 minuti, dopo di ciò all’asporto dei trasferibili dalle piste, la penultima operazione è stata di forare le apposite "piazzole" nelle quali vanno inseriti i reofori dei componenti e a loro volta saldati.

N.B.: i componenti sulla basetta sono stati messi a "squadro" con la basette stessa ed è stata presa la distanza dei terminali dei vari componenti, a questo punto dopo aver saldato i componenti, sotto elencati, nel giorno 30/04/1999 è stato effettuato, in presenza del docente Luigi Peduto, il collaudo che ha dato esito positivo.

Dopo aver preso visione del perfetto funzionamento del circuito il prof. ci ha dato un piccolo contenitore nel quale è stato racchiuso il tutto, a lavoro finito il lavoro è stato consegnato alla scuola e firmato dal docente con i nomi degli autori del lavoro, il lavoro rimarrà come esempio futuro per i prossimi studenti che si iscriveranno al nostro corso con la speranza che siano intenzionati ad apprendere tutto quello che la scuola è in grado di dar loro, per il loro futuro.

Elenco componenti:

R1=10.000 ohm, R2=820.000 ohm, R3=390.000 ohm, R4=100.000 ohm, R5=10.000 ohm, R6=68 ohm, C1=150.000 pF Pol., C2=12.000 pF Pol., C3=10.000 pF Pol., C4=10.000 pF Pol., C5=10 mF Elett. 63V, C6=100.000 pF Pol., Ic1=Ic2=555, Altoparlante 0.5W - 8 ohm.

 

Qui invece il link per vedere il funzionamento
http://www.youtube.com/watch?v=1jcO-qpA8Is&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=1jcO-qpA8Is&feature=youtu.be